Scritto da Giovanni Cannì
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Sabato 16 Febbraio 2008 15:34 |
| "SE GOOGLE AVESSE UNO SCHERMO NERO, VISTA LA GRANDE QUANTITA’ DI PERSONE CHE LO USANO, SI CALCOLA CHE SI RISPARMIEREBBERO CIRCA 750MEGAWATT/ORA." Così cita l'introduzione della email che pubblicizza Neroogle, realizzato appositamente per sprovveduti e incauti foraggiatori dello spam. | Iniziativa dannosa
La bufala in oggetto prelude ad un risparmio energetico correlato all'uso di una nuova versione del famosissimo motore di ricerca spacciata come iniziativa di Google corp. stessa. E' facile intuire che l'iniziativa non sia in alcun modo scaturita da Google, in quanto la diffusione della notizia è avvenuta per mezzo di catene di S. Antonio che da diverse settimane contribuiscono ad intasare le caselle di posta elettronica degli italiani. Potremmo dire che il fine giustifica i mezzi, qualora Neroogle sortisse l'effetto desiderato. Purtroppo non è assolutamente vero che il consumo energetico di un calcolatore elettronico (c.ca 2÷300 W) dipende sensibilmente dall'emissione cromatica del suo schermo (i pixel rimangono accesi qualunque sia il colore emesso). E' invece vero che Neroogle ha sortito l'effetto opposto! Da uno studio condotto dal CNR è emerso che lo spam impiega oltre 800 terabyte (1012 byte = un milione di milioni di byte) di banda internet al giorno e che ogni giorno ciascun utente impiega mediamente almeno 15 minuti per ripulire la casella di posta elettronica, ergo 15 minuti al giorno persi in cui ogni computer rimane acceso consumando inutilmente energia. Ciò vuol dire che se anche Neroogle funzionasse, sarebbe già costato (in termini energetici) molto più di quanto promette di far risparmiare La vera finalitàE' lecito chiedersi perchè qualcuno abbia allora avuto interesse a mettere in piedi una farsa di tale portata. La risposta risiede nelle opportunità di guadagno offerte dai programmi di affiliazione di Google: Google infatti remunera tutti coloro che implementano il suo motore di ricerca nel proprio sito proporzionalmente al numero di ricerche effettuate dai visitatori che conducono ai cosiddetti link sponsorizzati. Un'iniziativa apparentemente nobile come Neroogle invoglia tanta gente ad aderirvi foraggiando, in questo modo, un meccanismo che incoraggia lo spam e che inflaziona il costo della pubblicità su Google (Adwords). C'è tuttavia da ritenere che Google, che esclude dai propri programmi di affiliazione tutti coloro che mettono in atto sistemi fraudolenti per gonfiare i propri guadagni, presto escluderà Neroogle. Come comportarsiOccorre in tutti i modi inibire lo spam non inoltrando le email che pubblicizzano Neroogle (e ogni altra catena di S. Antonio) e diffondere la controinformazione scrivendo su blog e forum che chi ritiene di poter risparmiare energia, adoperando uno schermo nero, può avvalersi del servizio (già offerto da Google) di personalizzare la homepage di Google. |
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Scritto da Ingonline
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Mercoledì 13 Febbraio 2008 00:13 |
Un CMS (Content Management System) è una sorta di programma, realizzato utilizzando linguaggi propri del web (ad es. PHP, ASP), che permette di gestire facilmente un sito internet dinamico. Oggi è disponibile una nutrita (se non addirittura sterminata) varietà di CMS, molti dei quali resi disponibili gratuitamente (ad es. Joomla!, Mambo, Nuke). L'alternativa all'uso di un CMS preconfezionato consiste nel realizzare da soli il codice che permetta di richiamare e di memorizzare dei contenuti da/a un database e che gestisca così i contenuti dinamici del proprio sito. Ci sono pro e contro in ognuna di queste scelte, valutiamoli in dettaglio: - Un CMS "preconfezionato" nasce dal lavoro instancabile di tante persone qualificate. Ciò implica una qualità notevole del prodotto;
- Un CMS "preconfezionato" e valido è tendenzialmente usato da tante persone. Questa cosa fa molta gola ai cosiddetti cracker (attenzione, non hacker) che passano il tempo a studiarne le falle di sicurezza per poter fare più danno il possibile al prossimo;
- Un CMS "preconfezionato" è semplice da utilizzare, ma è estremamente complicato al tempo stesso. In caso di problemi si rischia di non sapere dove mettere le mani (come ad esempio nel caso di FCKeditor per Joomla!).
La scelta non è pertanto così ovvia. Per questo motivo quando nacque il sito "Ingonline" (nel marzo del 2004) si scelse di realizzare un CMS ad hoc, con notevoli vantaggi legati alla sua robustezza nei confronti di Spam e la possibilità di correggere manualmente ogni tipo di errore o inconveniente si presentasse. Tuttavia la crescita continua del sito e la necessità di gestire una mole di dati sempre maggiore hanno reso necessaria l'adozione di Joomla!. Il discriminante quindi può essere proprio questo: le dimensioni del sito, oltre ovviamente alle proprie competenze come programmatori (se non si conosce php, inutile già in partenza cercare di realizzare un CMS). Non bisogna comunque essere troppo spaventati dalla radicalità della scelta. Si può pensare di realizzare un CMS ad hoc e poi convertirlo successivamente "migrando" i dati (articoli, utenti iscritti, discussioni dei forum), dopo averli resi opportunamente compatibili con il nuovo CMS. |
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